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Biografia

Nino Benvenuti Biografia » Apri Scarica Stampa versione PDF

Giovanni Benvenuti (detto Nino; Isola d'Istria, 26 aprile) è un ex pugile italiano. Campione olimpico nel 1960, campione mondiale dei pesi medi tra il 1967 e il 1970, è stato uno dei migliori pugili italiani di tutti i tempi e uno tra gli atleti più amati dal pubblico italiano. Ha vinto il prestigioso premio di Fighter Of the Year nel 1968, il suo primo match della trilogia contro Emile Griffith ha vinto il premio di Match Of The Year nel 1967, successo bissato tre anni dopo nel suo match contro l'argentino Carlos Monzon.
Attualmente è commentatore sportivo.
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Dilettantismo
La carriera pugilistica di Nino Benvenuti comincia a tredici anni in una piccola palestra situata a Isola D'Istria spinto dalla passione che il suo stesso padre in gioventù aveva riversato in questo sport. La sua ascesa comincia vincendo a livello locale tornei regionali e interregionali fino ad arrivare in Nazionale, imbattuto, nel 1955. Nell'anno successivo in una delle tante tournée della Nazionale Italiana per l'Europa, perde la sua imbattibilità in Turchia in un un match in cui molti sostengono avesse meritato la vittoria; con la pressione della federazione pugilistica italiana si cercò di cancellare questa "macchia" dal record del triestino, ma a tutt'oggi questa sconfitta, l'unica da dilettante, rimane nel suo palmarès. Il 1956 si rivela un anno infausto per Benvenuti, dopo aver perso la madre, viene scartato dall'allenatore della Nazionale come partecipante ai Giochi Olimpici dello stesso anno. Nel 1957 Benvenuti vince l'oro agli europei di Praga, successo bissato due anni dopo a Lucerna. Il suo obiettivo rimane però L'Olimpiade, sogno cullato sin da bambino. Benvenuti gareggia nei pesi welter e riesce a vincere tutti e quattro gli incontri previsti per arrivare all'Oro Olimpico nella sua categoria. Benvenuti ottiene, oltre all'oro, anche la prestigiosa coppa Val Barker, destinata al pugile tecnicamente migliore del torneo, "soffiandola" al mediomassimo Cassius Clay. Benvenuti, insieme a Patrizio Oliva, è l'unico italiano che si può fregiare di questo riconoscimento. Si ritira dal mondo del dilettantismo con lo score di 120 vittorie e una sola sconfitta.

Il professionismo: dagli inizi alla "Beffa di Seul", passando per la rivalità storica con Sandro Mazzinghi
Nel 1961, Benvenuti decide di passare al pugilato professionistico. Fra il '61 e il '63 combatte ben 29 volte uscendo sempre vittorioso dal ring, spesso prima del limite. Al suo trentesimo incontro affronta l'amico Tommaso Truppi per il titolo Italiano dei Pesi Medi: conquista il suo primo alloro da pugile professionista battendo il rivale per KO alla undicesima ripresa. Dopo la conquista del titolo italiano Benvenuti comincia a scalare le classifiche battendo ex campioni europei o ex sfidanti mondiali quali Gaspar Ortega, Teddy Wright e Denny Moyer. Proprio In quel periodo, nasce la grande rivalità con Sandro Mazzinghi. la stampa italiana nel 1964 comincia a caldeggiare uno scontro fra il campione triestino e il pugile toscano, all'epoca già campione mondiale dei pesi superwelter. La stampa aumentò a dismisura il già difficile rapporto fra i due accentuandone le diversità stilistiche nel modo di affrontare il pugilato o addirittura paragonandoli sul lato umano. Il match venne fissato per il 18 giugno 1965 allo stadio Giuseppe Meazza di Milano, facendo registrare il tutto-esaurito. A corroborare il clima già rovente, Mazzinghi sosterrà a più riprese che la data gli era stata imposta dalla Federazione Italiana e che non aveva ancora recuperato adeguatamente dopo il gravissimo incidente automoblistico che lo aveva ridotto in fin di vita. Dal canto suo Benvenuti ha sempre ribattuto di aver accettato "condizioni improponibili" per affrontarlo e che Mazzinghi aveva già combattuto dieci volte dopo il sopracitato incidente. L'incontro si svolge su binari prevedibili: il triestino preferisce la scherma, Mazzinghi si esalta nella lotta, ma alla fine è un magistrale montante destro di Benvenuti a mettere al tappeto Mazzinghi che non riesce a battere il 10 della campana, perdendo così l'incontro e il suo titolo mondiale a vantaggio di Benvenuti. La rivincita, obbligatoria per contratto, si svolge al Palaeur di Roma. Mazzinghi viene atterrato al secondo round (ma il toscano sosterrà che era una spinta) e Benvenuti vince l'incontro ai punti. Anche qui le polemiche si sono trascinare per lungo tempo, Mazzinghi a più riprese ha sostenuto di essere stato vittima di giochi di potere e di aver meritato la vittoria visto che per 13 round era in netto vantaggio; Benvenuti dal canto suo ha sempre difeso la sua vittoria, giudicandola meritata anche se non brillante. A molti anni di distanza dalle due sfide i due pugili non hanno mai deposto le armi e si sono scontrati a più riprese con i loro libri autobiografici e su carta stampata. Fra le due sfide con Mazzinghi, nel 1965 Benvenuti fa suo grazie a un KO alla sesta ripresa il titolo europeo dei pesi medi, fregiandosi così, contemporamente, del titolo italiano ed europeo della categoria al limite dei 72,6 kilogrammi e della corona mondiale al limite dei 69,9 kg. Immediatamente dopo la rivincita con Mazzinghi, Benvenuti difende il suo titolo europeo contro il tedesco Jupp Elze.
Appena un mese dopo la vittoria contro Elze, Benvenuti viene sfidato dal contender numero 1 per la categoria dei pesi superwelter, il coreano Ki-Soo Kim. Sceglie di sfidarlo in Corea grazie alla sostanziosa borsa promessagli per la sfida. La trasferta costa a Benvenuti il titolo, l'italiano infatti cede la sua corona mondiale al coreano con un verdetto di Split Decision. Su questo match aleggiano molti dubbi, Benvenuti ha rimarcato più volte che l'andamento del match non è stato regolare. Il pugile triestino sostiene che durante la quattordicesima ripresa stava "finendo il coreano" quando improvvisamente il ring è collassato, a suo dire per permettere allo sfidante di riprendersi. Non solo, il "piano truffaldino" si mostra nella sua interezza alla lettura dei cartellini dei giudici, che danno sconfitto Nino. E' difficile dimostrare quanto sia stato regolare l'andamento dell'incontro a causa del fatto che non esistono registrazioni del match. Dopo questo incontro, Benvenuti ritenne conclusa la sua esperienza nei pesi superwelter e decise di concentrarsi solamente sul titolo mondiale dei pesi medi.
 
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La trilogia con Emile Griffith
« Dissi loro che ero il numero uno della vecchia, volta e gloriosa Europa [...] Il New York Post scrisse che non mi mancava la parola. peccato che mi dovessi incontrare con Emile Griffith, il quale era imbattibile e mi avrebbe impartito una severa lezione » (Nino Benvenuti)
Nel Gennaio 1967 Benvenuti con il manager volano in America, tana del campione mondiale dei pesi medi Emile Griffith. La prima visione del campione, impegnato in una difesa mondiale contro Joey Archer non impressiona particolarmente Benvenuti che ammette tranquillamente di poter battere il campione. Il comitato del Madison Square garden appoggiò l'incontro ma non, come capì successivamente Benvenuti stesso, per il talento del pugile italiano, quanto più per il fatto che si sperava di scalzare il Campione di colore con una figura nuova, dalla pelle bianca, i capelli biondi e gli occhi azzurri. I giornali dell'epoca si interessano notevolmente alla vicenda ma Griffith viene presentato come un Campione imbattibile per il pugile europeo, chiamato per la corona non tanto per il talento, ma per il colore della pelle. Benvenuti replica in maniera mordace che non è un avversario da prendere sottogamba e che si considera il numero uno a tutti gli effetti; i giornali americani non cambiano opinione sulle sue qualità, ma gli riconoscono una certa lingua lunga.
Benvenuti VS Griffith I: il resoconto
L'incontro vede immediatamente i due pugili scambiarsi colpi al centro del ring il primo round. Benvenuti sfrutta l'allungo, Griffith preferisce la corta distanza. Il primo round è di studio. Nel secondo round, a sorpresa, Benvenuti atterra Griffith che si rialza prontamente. Benvenuti si aggiudica anche la terza ripresa. La quarta ripresa è invece equilibrata. Nella tornata successiva è Benvenuti ad andare al tappeto; si rialza già al "cinque" dell'arbitro. Le riprese centrali si alternano con grande equilibrio, e i pugili se le dividono equamente. Nella dodicesima, tredicesima e quattordicesima ripresa Griffith accusa della stanchezza e lo sfidante si aggiudica le riprese. Nell'ultimo round Griffith cerca di ribaltare le sorti del match, ma Benvenuti imbriglia la sua azione, conscio di essere vicino al successo. Al termine dell'incontro vengono letti i cartellini: trionfa Nino Benvenuti con 10 riprese vinte su 15 secondo due dei tre giudici, e 9 secondo il terzo.

A sfavore di Benvenuti gioca anche il fatto che solo Marcel Cerdàn, prima di lui, è riuscito a conquistare la corona mondiale venendo a combattere dall'Europa e che tutti i suoi precedenti europei hanno fallito questo tentativo. Curiosamente, Benvenuti anni dopo che ha incontrato maggiori difficoltà con Rodrigo Valdes e Carlos Monzon rispetto ai suoi match con Griffith, ammettendo però che le sfide con Emile sono state disputate nel suo momento migliore come pugile professionista.. Una volta siglato il contratto, Benvenuti sceglie di allenarsi esclusivamente in America. Il match, nonostante il pubblico Americano continui a sostenere che non sia in discussione, vive una vigilia infuocata in Italia: numeroso è il seguito di italiani giunti in America per seguire Nino (ben sei voli charter per l'occasione). Il 17 Aprile 1967, notte dell'incontro, La RAI, per preservare il sonno degli Italiani, non trasmette il match alla televisione, ma sceglie di farlio solamente via radio: è stato calcolato che fra i 16 e i 18 milioni di radioascoltatori seguirono in diretta il match: solamente Italia - Germania 4-3 ha avuto un successo simile. L'incontro è appassionante (box a fianco) e vede Benvenuti trionfare, aggiudicandosi così le cinture WBC e WBA di campione del mondo dei pesi medi, primo italiano a conquistare questi allori. Sul ring, appena dopo il verdetto, Emile Griffith gli stringe la mano come segno di rispetto. Il rientro in Italia viene vissuto in maniera entusiastica: a Milano il pugile viene bloccato in Corso Sempione e a Trieste riceve l'omaggio della sua città che scende interamente in piazza per festeggiare il nuovo Campione mondiale.
Benvenuti però deve immediatamente riprendersi ad allenare: nel contratto del match da lui vinto è prevista una rivincita immediata nel caso in cui il Campione uscente (Griffith) fosse stato sconfitto. Il contratto viene siglato per il 29 Settembre 1967. Benvenuti, come la volta precedente, si reca in America con un gran seguito di italiani, stavolta, però, è favorito dai bookmaker. Il copione dell'incontro però è diverso rispetto al precedente, al secondo round il campione subisce un colpo perfetto al tronco che provoca la rottura di una costola. Benvenuti capisce immediatamente che il match è segnato, l'handicap lo penalizza eccessivamente e Griffith riesce ad aggiudicarsi molte riprese. Quella notte Benvenuti combatte una battaglia stoica con se stesso e riesce, con molte difficoltà, ad arrivare alla fine dell'incontro in piedi, evitando così l'onta di una sconfitta prima del limite. In seguito, Benvenuti stesso dirà che il secondo incontro contro Emile Griffith è stata un'esperienza "drammatica [...] di quell'incontro ricordo la sofferenza, un'esperienza mai provata nella mia carriera". Il titolo torna così in America nelle mani dell'ex campione, mentre Benvenuti torna in Italia con numerosi punti sul viso, oltre che la sua costola infortunata. La bella, però, è inevitabile. Dopo lo Shea Stadium del secondo incontro, la terza sfida si svolge in un Madison Square Garden rinnovato il 4 1968. Il favorito è nuovamente Griffith, mentre Benvenuti sostiene di aver ritrovato la forma migliore della sua carriera, la stessa del primo incontro contro il pugile americano. La terza sfida Benvenuti - Griffith è contraddistinta da un equilibrio pressochè totale e nessuno dei due pugili è in grado di evidenziarsi rispetto all'avversario, al contrario dei primi due match. E' l'undicesima ripresa a fare la differenza: Benvenuti atterra Griffith e si aggiudica così la ripresa in maniera netta. Al termine dell'incontro è l'italiano a trionfare: un giudice ha visto il match in parità, gli altri due preferiscono Benvenuti di appena una ripresa. Il titolo mondiale, così ritorna in Italia.
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Il suo regno da Campione Mondiale
Con il doppio titolo mondiale WBC e WBA in sua mano, Benvenuti intende immediatamente difendere i suoi titoli dalle mani degli sfidanti. La sua prima difesa avviene a Sanremo contro Don Fullmer, che batte largamente ai punti e riporta svariate ferite in volto. Difendere il titolo costa molto tempo per l'organizzazione del match e Benvenuti sceglie di affrontare altri avversari di buon spessore per tenersi allenato. Grazie anche a una borsa allettante, Benvenuti sceglie di combattere al limite dei 74 kilogrammi il nigeriano Dick Tiger, ex campione mondiale dei pesi medi (Griffith sfilà il titolo proprio a lui) e nel 1968, anno dell'incontro, campione mondiale dei pesi mediomassimi. Il match sarebbe stato di buona indicazione per Benvenuti anche in un futuro da mediomassimo aspirante al titolo. Il match viene però vinto da Tiger ai punti in dieci riprese: Benvenuti, però, ammette che non è stato un incontro a lui favorevole anche a causa di una frattura alla mano occorsagli proprio nel primo round. E' la terza sconfitta da pro', dopo Kim e Griffith II.
A Benvenuti va meglio nella seconda difesa del titolo allo Stadio San Paolo di Napoli dove sconfigge Fraser Scott. L'incontro successivo si disputa al Paleur di Roma, oramai "tana" di Benvenuti, appena un mese dopo. Lo sfidante è il quotato Luis Manuel Rodriguez, che si presenta in Italia con un palmarès di tutto rispetto: 96 vittorie, 7 sconfitte, un titolo mondiale dei pesi welter detenuto 5 anni prima, perso proprio contro l'arcirivale di Benvenuti, Emile Griffith. Rodriguez nel corso dell'incontro mantiene un ritmo che lo stesso Benvenuti definisce "proibitive" e, dopo una fase equilibrata nella prima parte del match, vince la quasi totalità delle riprese centrali dell'incontro provocando ferite importanti all'italiano al naso e al sopracciglio sinistro. Benvenuti sembra spacciato ma all'undicesima ripresa riesce a mettere improvvisamente al tappeto lo sfidante con un singolo gancio sinistro. Rodriguez non riesce a rialzarsi e a termine del match si rivolge schiettamente a Benvenuti dicendogli "Me Tumbaste!".
Dopo la vittoria contro Rodriguez, Benvenuti vola a Sydney per affrontate il pugile locale Tom Bethea. Inaspettatamente, Bethea riesce a rompere la settima costola di Benvenuti in un match che stava perdendo e così l'italiano è costretto ad abbandonare la contesa. In quel match non vi erano titoli in palio, ma nel successivo, ancora contro Bethea, sì. Stavolta per l'esito è diverso: è Benvenuti a vincere per KO alla ottava ripresa. E' la quarta difesa del titolo.
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Carlos Monzòn e il successivo ritiro
Dopo aver battuto vittoriosamente Bethea, e in un match senza titolo in palio Doyle Baird, Benvenuti si apprestava a difendere per la quinta volta i suoi titoli mondiali. Come spesso è occorso nella storia della boxe, l'ente mondiale WBC e l'organizzazione mondiale WBA avevano in cima alle loro liste due pugili diversi: Benvenuti poteva quindi scegliere fra Carlos Monzòn, primo per la World Boxing Council o un secondo avversario, proposto dalla WBA, che presentava lo stesso Monzòn sesto nella propria classifica.
A causa del diaccordo fra i due enti, altri erano i pretendenti alle corone: Cordoba, Severino, Aguilar, Fernandez. Si giunse però, in beve tempo, a una mediazione: il campione poteva scegliere un qualsiasi avversario fra quelli della lista propostagli senza perdere le due cinture, a patto che il nome dello sfidante avesse un certo richiamo. Benvenuti decise di sfidare Monzòn. All'epoca la scelta fu piuttosto controversa; l'argentino era un pugile dal buon record (67 vittorie, 3 sconfitte, 9 pareggi) ma non aveva mai messo piede fuori dalla terra natia. Era - come lo definisce Benvenuti stesso - un "oggetto misterioso", e la scelta apparve piuttosto criticabile. Gli stessi compatrioti di Monzòn non inviarono alcun giornalista al seguito del proprio portacolori e Monzòn stesso fece fatica a trovare i soldi per arrivare a Roma, sede del match.

Nonostante una preparazione incoraggiante, Benvenuti, alla vigilia della sfida, evidenzia un notevole logorio fisico mentre Monzòn al peso dichiara bellicosamente "Da questo ring scenderò o vincitore o morto".
Al Paleur di Roma la dimostrazione di forza di Monzòn è evidente sin dalle prime riprese; lo sfidante pressa il portacolori italiano con colpi lunghi, diritti, favoriti anche dalla sua maggiore statura (184 centrimetri a fronte di 181 dell'italiano). Con il passare delle riprese, Monzòn può mettere in mostra le proprie armi migliori: l'incredibile resistenza ai colpi (nella sua carriera, solo una volta è andato al tappeto, e per pochi secondi) e la pesantezza dei suoi colpi che affaticano Benvenuti fino all'epilogo, nella dodicesima ripresa. Benvenuti, chiuso in un angolo, non riesce a evitare un diretto destro dell'indio argentino che colpisce la mascella del campione, mandandolo al tappeto senza che questi possa rialzarsi prima dello scadere del conteggio. E' un crollo inatteso che nessuno si aspettava, ma Benvenuti può usufruire della stessa clausola contruattuale con la quale Griffith si era tutelato tre anni prima: rivincita immediata. Benvenuti si ritira in Milanello per potersi preparare adeguatamente alla rivincita, programmata a Montecarlo l'8 aprile 1971 allo Stadio Louis II. Nel mentre Benvenuti sostiene un match contro Jose Chirino: esce sconfitto dal ring ai punti. Nonostante ciòm la preparazione atletica sembra essere ottima: Benvenuti si presenta sul ring in condizioni ritenute ottimali. L'incontro dura appene tre riprese: Benvenuti viene dichiarato sconfitto per lancio della spugna da parte del suo maganer storico, Giorgio Amaduzzi. Nella sua autobiografia, Benvenuti afferma che "a posteriori" la scelta fu corretta, volta a tutelare la sua salute. Nonostante la su preparazione fisica perfetta, quella mentalenon le era altrettanto: spint odalla sua stessa insolita foga, Benvenuti stava lasciandosi andare, e la punizione di Monzòn sarebbe potuta essere molto più dura del primo incontro. Pochissimi giorni dopo al match, Benvenuti decide di lasciare definitivamente il mondo della boxe. Egli spiega che dopo una così gloriosa carriera ripartire a combattere ad un livello più basso, inferiore a quello da Campione Mondiale dei 4 anni precedenti, non è una scelta da perseguire. Si ritira così definivamente nel Giugno 1971 e non tornerà mai più sul ring. Nel suo ruolino da professionista conta in totale novanta incontri, di cui ottantadue vittorie (35 per KO), un pareggio e sette sconfitte.
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Fuori dal ring
Dopo la carriera atletica il celebre campione interpretò il ruolo di attore in alcune pellicole cinematografiche e televisive, quindi iniziò l'attività di commentatore degli eventi pugilistici per la Radiotelevisione Italiana, attività che lo impegna tuttora.
Nel 2006 è stato portatore della bandiera olimpica nel corso della Cerimonia di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali Torino 2006.
Dopo la vittoria olimpica del 1960, si è sposato con Giuliana Fonzari, da cui si è separato dopo aver avuto cinque figli.
Nel 2008 recita un cameo, nel film di Renzo Martinelli Carnera - The Walking Mountain.

Onori e Riconoscimenti
Nino Benvenuti ha segnato pagine importanti dello sport italiano: per questo ha ricevuto numerosi omaggi e riconoscimenti sia in Italia che all'estero. Nella sua carriera si contano un oro Olimpico, un titolo italiano dei pesi medi, un titolo europeo nella stessa categoria, il doppio titolo mondiale fra il 1967 e il 1970 e una breve parentesi come campione mondiale superwelter nel 1966. Insieme a Marcèl Cerdan, Emile Griffith e Carlos Monzon è l'unico non nativo americano ad aver conquistato e difeso più volte il titolo mondiale indiscusso dei pesi medi nella storia del pugilato mondiale. Inoltre, le sue quattro difese consecutive dei suoi titoli lo pongono alle spalle solamente di Marvin Hagler e Carlos Monzon come numero di difese consecutive a segno. Benvenuti si è potuto fregiare anche del titolo di campione mondiale dei pesi superwelter indiscusso, opera riuscita solamente ad altri nove atleti, fra i quali vi è anche Sandro Mazzinghi. I suoi traguardi lo hanno portato ad essere iscritto nella International Boxing Hall Of Fame nel 1996.
Gli amici Monzòn e Griffith
«Non puoi non diventare amico di un pugile con cui hai diviso la bellezza di 45 round!» (Nino Benvenuti)
Benvenuti dopo il ritiro dall'attività agonistica ha stretto amicizia con Emile Griffith e Carlos Monzòn. Griffith è stato scelto come padrino di cresima per uno dei figli di Benvenuti e negli anni i due amici si sono frequentati molto. Quando Griffith ha fatto outing sulla sua omosessualità Benvenuti gli è rimasto a fianco nella sua scelta, piuttosto controversa essendo la prima volta che un pugile ha ammesso una sessualità non eterosessualità.
La Promozione del Pugilato
Con la sua popolarità, la sua simpatia, la sua carica umana e il suo amore per la gente Nino Benvenuti contribuisce in modo rilevante a promuovere il nome e l’immagine del Pugilato in Italia e nel Mondo,proprio per questo suo impegno gli è stata conferita la cittadinanza onoraria da tre amministrazioni comunali:
  • Ripa Teatina, per la valorizzazione del pugile italo-americano Rocky Marciano.
  • Sequals, per la valorizzazione del pugile italiano Primo Carnera.
  • Trieste, a quarant'anni dall'incontro che gli diede il titolo mondiale nel 1967 nella città giuliana.
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